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Il mare restituisce l’immagine di Palinuro scolpito nella roccia

CENTOLA. Il mare di Palinuro restituisce l’immagine del nocchiero di Enea scolpito nella roccia. In località Saline, a poche decine di metri dalle piscine naturali dell’ex club Mediterranee. La scultura risale agli inizi del ‘900 ed è stata realizzata direttamente sulla roccia da un artista ancora oggi sconosciuto. Un’opera straordinaria, quasi del tutto dimenticata dalla popolazione locale, tornata alla luce grazie ad un fenomeno di abbassamento delle acque. In molti ritengono sia stata realizzata da un amico del pittore siciliano Renato Guttuso, autore nel 1931 di un importante dipinto in cui raffigurava il giovane naufrago Palinuro nudo e privo di vita sulla spiaggia delle Saline, nello stesso punto in cui si trova la scultura . “Attualmente non siamo in possesso di alcuna documentazione storica – tiene a precisare il vicesindaco Silverio D’Angelo – ma considerata la singolarità dell’opera effettueremo degli approfondimenti”. “In passato – racconta Biagio Fedullo, fotografo del posto – si è sempre pensato che fosse la scultura di un artista ospite del Club Med. Si occuparono del caso, negli anni ’80, anche dei giornalisti stranieri ma poi la sabbia sommerse la scultura e la cosa cadde nel dimenticatoio”. In tanti, nelle ultime ore, hanno fotografato e postato su facebook la scultura. “Un’opera d’arte da tutelare” scrive su facebook la professoressa di Palinuro Maria Teresa D’Angelo, una delle prime ad accorgersi della “nuova vita” della scultura. (Vincenzo Rubano)19 Dicembre 2016

La deriva di un sogno

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Palinuro, Renato Guttuso (1932)

Avrò
un Amore dai larghi fianchi
e figli
e reti per pescare
e la mia casa la’, tra i pini d’Aleppo
e i bambini che giocano alla guerra
con spade di legno, in riva al mare.
E l’amore, l’amore chiamerà il mio nome
battendo la pietra sullo scoglio…
Lo scoglio eterna il nome,
la vita e i sogni prese
il seducente kief.

rossellacantisani

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Capo Palinuro
(Foto di rossellacantisani)

“…ed il tuo nome, o Palinuro, il
luogo terra’ per sempre…”
Virgilio, Eneide canto V

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